Una vostra presentazione in qualche parola?
Siamo imprenditori digitali con il sogno di contribuire a creare la prossima generazione di imprenditori in Italia.
Come è nata la tua passione per il marketing?
DARIO: Da ragazzino ero piuttosto timido, ma questo mi ha anche reso famelico di conoscenza. Mi appassionavo a un qualsiasi argomento (dalla sicurezza informatica alla biologia) e lo approfondivo in modo spasmodico. A quell’epoca avevo anche l’abitudine ad aprire un blog per scrivere di tutto ciò che leggevo e studiavo, ed essendo che cambiavo spesso letture, sono finito ad aprire molti blog. Quando è arrivato il momento del marketing ho capito che ciò di cui stavo scrivendo non solo mi appassionava, ma era anche utile per chi mi seguiva. Mi sono costruito un’audience piuttosto facilmente, per il semplice fatto che ho iniziato a condividere strategie che non era possibile reperire altrove.
Cosa ne pensi della cultura digitale in Italia, in particolare nelle aziende? Quali sono i GAP informativi del mercato italiano rispetto a quello estero (specialmente US) ( ad esempio tecnologie, tematiche, processi, ancora non pienamente diffuse in italia… )
LUCA: Credo che l’Italia sia un paese abbastanza vecchio, ma con tanto potenziale. Credo esista un certo gap generazionale ovunque, ma in Italia è davvero all’ordine del giorno che il tuo interlocutore corrughi la fronte quando gli dici che sei un copywriter, un content creator o un marketer. Gli Stati Uniti al contrario sono un paese dove il marketing è molto presente in qualsiasi cosa. Un qualsiasi cartello stradale è più “marchettaro” del 90% delle pubblicità di qui. In Italia ci sono startup che vogliono operare sul mercato digitale e pensano prima ai finanziamenti che al marketing. La cosa sta rapidamente cambiando però, e ne siamo contenti.
In merito alle professioni digitali pensi che l’Italia sia adeguata o c’è bisogno di qualcosa in più?
DARIO: Le professioni digitali sono in continua evoluzione. Nulla contro il sistema scolastico tradizionale, ma per forza di cose si adegua lentamente. È nato nei giorni scorsi il primo corso di laurea in influencer e ha fatto scalpore. Peccato che gli influencer ormai siano un fenomeno totalmente mainstream e Instagram abbia probabilmente già superato il suo apice. È ovvio quindi che finché le aziende cercheranno figure “tradizionali” provenienti dalle università e con un curriculum prettamente scolastico, si perderanno una grossa fetta di competenze. Competenze che cerchiamo di offrire proprio con i nostri corsi e con il Marketers World: un mastodontico “coming out” di tutto ciò che abbiamo applicato con successo negli ultimi 12 mesi nelle nostre 6 aziende e sulle aziende dei nostri clienti. Sono cose che se mai finiranno nelle università lo faranno dopo mesi o anni.
Da dove è nata l’idea di creare il World?
DARIO: Da due fronti. Da un lato il motto di Marketers è sempre stato “incontrarsi online, conoscersi offline“. Detto così sembra il Tinder del marketing, ma il punto è che io stesso da giovane mi sono trovato confinato in una realtà (Ferrara) che mi stava stretta. Ed espandevo quindi i miei orizzonti online, scoprendo ciò che non avrei trovato fisicamente intorno a me. Da un lato sono quindi nate le community online Marketers, oggi formate da oltre 50.000 persone. Dall’altro abbiamo dato vita ai Meetup in giro per l’Italia: ritrovi informali dove le persone possono incontrarsi e parlare di ciò che le appassiona, condividendo idee, progetti, sogni. Tutto senza sentire il giudizio o l’incomprensione che spesso arriva dal solito gruppo di amici. I meetup sono una sorta di divertimento intelligente ed evolutivo. Aperitivi dove ci si rilassa ma si impara anche e si fanno incontri chiave. A un certo punto però abbiamo sentito il bisogno di riunire tutti i Marketers in una grande festa. Un momento di condivisione di contenuti ma anche di celebrazione di tutto ciò che, nella nostra diversità, ci unisce. Desiderio di libertà, di uno stile di vita non convenzionale, di sfida costante di noi stessi ma anche di goderci il percorso che abbiamo davanti. È nato così il Marketers World, che nel 2018 ha avuto a Riccione la sua prima edizione (con oltre 1000 partecipanti) e che quest’anno vedrà la seconda a Rimini il 18-19-20 ottobre.
Il web marketing è un mondo molto vasto a volte è difficile districarsi e trovare professionisti seri, voi come fate a scegliere i vostri collaboratori?
LUCA: Abbiamo un metodo infallibile: li scegliamo tra chi ha fatto i nostri corsi. Il motivo è semplice: crediamo che siano i migliori sul mercato. Per questo abbiamo creato delle certificazioni che attestano il livello di preparazione dei nostri studenti e facciamo talent scouting continuo. Molti dei nostri partner e collaboratori erano prima nostri studenti.
Secondo voi qual’è la tecnologia che avrà maggior impatto nei prossimi anni su cui sarebbe bene tenere un’occhio…
LUCA: Quella che metterà al centro la creatività e le persone.
Come vedete gli sviluppi di tik tok.
DARIO: Tik Tok è una piattaforma molto interessante. 6 mesi fa era popolata soltanto da ragazzini, oggi ci trovi Michelle Hunziker. Quando voglio fare un po’ di content discovery folle so che posso andare su Tik Tok. Trovi cose pazzesche e si muove tutto davvero molto velocemente, senza contare che ha una reach incredibile. La stiamo usando e studiando allo stesso tempo, perché come ogni piattaforma ha il proprio linguaggio e il proprio target, ma come per ogni piattaforma, entrambi sono in evoluzione. Dai ragazzini ai grossi brand è un passo più breve di quanto sembri.
Il nostro gruppo nasce per dare voce al lato rosa del mondo digital, voi date particolare attenzione a mantenere un “equilibrio” tra i sessi?
Questo è un argomento piuttosto controverso. Ci hanno spesso fatto notare la disparità di numeri tra uomini e donne nel digital (a favore degli uomini). Noi però quasi non ce ne rendiamo conto, perché nella nostra azienda ci sono praticamente più donne che uomini.
Mi piacerebbe sapere voi, giovani imprenditori, come percepite il ruolo della donna nelle aziende ora e a tendere
Mi piace pensare che uomini e donne siano da considerare uguali nelle proprie diversità. Ci sono arredatori uomini molto capaci, anche se potrebbe sembrare che facciano un mestiere più femminile. E donne che lavorano nella finanza e fanno performance da capogiro. Sarebbe bello smettere di discriminare, in tutti i sensi. E lasciare a ognuno la possibilità di esprimersi a livello personale, lavorativo e imprenditoriale come preferisce.
C’è una donna del mondo digital, una collega, che ammira in modo particolare e perchè
Direi Veronica Civiero. È stata nostra ospite al Marketers World 2018 e ci sarà anche quest’anno (do la notizia in anteprima a voi). È un ottimo esempio di leadership e carisma femminile.
Un consiglio spassionato alle donne digitali?
Lo stesso che darei a un uomo. Formarsi, sfidarsi e buttarsi. Costantemente.