Buongiorno Eleonora e benvenuta!
Per prima cosa ti voglio ringraziare per questa intervista, per il tuo impegno nel digitale ma , soprattutto, per il tuo portare alta la bandiera del femminile in questo settore.
La tua storia si può senza alcun dubbio definire una storia di successo e non vediamo l’ora di sapere come hai fatto!
Ecco le domande, alcune chieste espressamente dalle Wonder Women del mio gruppo facebook Wonder Woman in Digital.
Una tua presentazione in qualche parola?
Eleonora Rocca, 39 Anni, 30% Marketing Manager, 30% Imprenditrice ( Fondatrice di Digital Innovation Days Italy ) 40 % Consulente, Docente, Speaker. Sono romana di origine, Milanese di adozione, dove ho vissuto per 5 anni prima di trasferirmi a Londra, dove vivo e lavoro da 6 anni.
Come è nata la tua passione per il digital marketing?
La mia storia inizia nell’ormai lontano 2012 , con un blog di moda e lifestyle, che prima o poi riprendero’ a scrivere , chiamato The Brunette Cupcake: http://www.
Grazie al blog ho iniziato ad allargare la mia rete di contatti, a creare collaborazioni ed eventi legati al mondo della moda. Si trattata di eventi al femminile, che ho gestito per oltre due anni prima di trasferirmi a Londra. Tutto questo mi ha permesso di appassionarmi ed immergermi completamente nel digital marketing, e a nutrire un interesse sempre crescente in questa materia.
Cosa ne pensi della cultura digitale in Italia, in particolare nelle aziende? Quali sono i GAP informativi del mercato italiano rispetto a quello Inglese/Londra (ad esempio tecnologie, tematiche, processi, mentalità ancora non pienamente diffuse in italia… )
Penso che si parli molto di digitale e di innovazione , che si stiano creando delle aziende e un ‘movimento’ interessante…tuttavia, trovo che poi quando si deve passare alla fase dell’implementazione, in Italia, tenda ad essere tutto piuttosto difficile, in quanto, rispetto all’inghilterra, c’e’ sempre una scarsa propensione al cambiamento, al provare nuove cose, al mettersi in gioco.
In UK si tende ad investire molto di piu’ nei nuovi progetti, anche quando questo puo’ rappresentare un rischio e questa cosa, ovviamente, fa tutta la differenza del mondo.
Infine, dato che hai citato i processi..altra cosa che ci differenzia parecchio e’ proprio l’execution nei processi interni ed esterni: in UK e’ tutto molto piu’ veloce ed efficiente mentre noi, abbiamo spesso talento e creatività da vendere, ma poi quando si tratta di mettere a terra le cose spesso si fa molta fatica.
Vivere a Londra per un professionista digital è ancora un’opportunità o le cose sono cambiate con la Brexit?
E’ senz’altro un’opportunità, peraltro a mio avviso, non solo per i professionisti del digital, ma per qualunque tipo di professione. La Brexit ha creato un po’ di instabilità, questo senz’altro, ma vivendo qui e per mia personale esperienza posso dirti che le occasioni di lavoro e le opportunità di crescita in generale, non mancano affatto.
In merito alle professioni digitali pensi che l’Italia sia adeguata o c’è bisogno di qualcosa in più?
Penso che sia necessario iniziare a misurare in qualche modo l’effettiva qualita’ del lavoro svolto da chi lavora nel nostro settore, in quanto avere un buon personal branding non basta.
Per poter fornire dei servizi di lato livello ai propri clienti bisogna dimostrare di avere esperienza, di conoscere il marketing da cima a fondo in quanto gli strumenti digitali sono spesso solo una parte di una strategia di marketing integrata, assolutamente necessaria per ottenere buoni risultati di vendita.
Inoltre , non si puo’ prescindere dall’utilizzo di nuove tecnologie per poter realizzare importanti progetti di digital transformation e di conseguenza, l’Italia deve investire anche in questo senso per essere al passo con gli altri paesi d’Europa e il resto del mondo.
Quale è secondo te lo sviluppo dei social nel futuro, ce ne sarà uno che prenderà il sopravvento?
Questo dipendera’ molto da come nuove e ‘vecchie’ generazioni si evolveranno e/o incontreranno a meta’ strada. Vediamo gia’ ora che Facebook e’ considerate un social ‘per vecchi’, mentre aumentano gli utenti su social con target molto giovane come TIK TOK.
Inoltre molto dipende anche dal Paese di riferimento: qui in Uk ad esempio Snapchat e’ molto popolare. Di conseguenza e’ difficile sbilanciarsi troppo in questo senso.
In generale i social continueranno a crescere, tutti, alcuni di piu’ altri meno, ma non credo che questa crescita si fermera’. Credo tuttavia, che ci stia avvicinando sempre piu’ ad un uso consapevole e responsabile degli strumenti social, sento che si stia creando sempre di piu’ questa necessita’ da parte degli utenti.
Da dove è nata l’idea di creare il Digital Days?
Nasce nel 2014, quasi per caso, con il nome Mashable Social Media Day.
Era un evento gratuito, di un giorno, che diventa impresa nel 2016 e che in soli tre anni e’ riuscito ad affermarsi come uno degli eventi digital piu’ importanti sul panorama nazionale.
Nel giugno 2014 Mashable mi chiese se volevo organizzarne uno a Milano e io, che all’inizio stavo per dire di no, ad un certo punto mi sono detta..proviamoci! Perche’ no? Da li’ e’ iniziato un percorso pieno di passione, e tanti tanti ostacoli, ma senz’altro ricco di soddisfazioni.
Il web marketing è un mondo molto vasto a volte è difficile districarsi e trovare professionisti seri, voi come fate a scegliere i vostri collaboratori?
Io mi sono sempre basata su feedback di altri colleghi che hanno lavorato con quelle persone, e anche in base alle effettive esperienze realizzate nel settore e non solo.
Come dicevo prima, non mi basta un buon personal branding e una partita iva, cerco sempre di capire che tipo di esperienze ‘hands on’ quella persona ha fatto, in quanto ritengo che prima di mettersi in proprio sia necessario svolgere almeno 5 anni di lavoro in azienda, in quanto prima di diventare ‘il consulente di qualcuno’, e’ necessario aver imparato a sporcarsi le mani, a testare e ad acquisire davvero una professione. Le brutte esperienze non sono mancate, ma anche quelle servono poi a scegliere meglio la volta successive.
Ti è mai capitato di sentire la differenza tra te e un tuo collega uomo nella gestione di un progetto o un cliente, se si come hai reagito?
Si mi e’ capitato tantissime volte.
In moltissimi progetti mi sono trovata ad essere l’unica donna e spesso mi sono sentita come se non riuscissero davvero a considerarmi una ‘socia’, una partner.. ma quasi la ‘sorella minore’.
Ho sempre reagito comportandomi con grande serietà, compostezza , forza e professionalità, facendo percepire che non c’e’ alcun GAP tra me e qualunque altro imprenditore uomo. Tuttavia trovo che ci sia molta strada da fare in questo senso.
Quante donne saliranno sul palco (percentuale) visto che spesso gli speaker degli eventi digital sono per lo più uomini.
Faccio sempre in modo di avere almeno un 20% di speakers donne al mio evento e le cerco sempre con molta cura, in quanto ti assicuro che spesso e’ difficile trovarle.
Ora non ho la % esatta della line up di quest’anno, ma posso assicurare che non mancheranno donne speaker davvero super!
C’è una donna del mondo digital, una collega, che ammira in modo particolare e perchè.
Mary Franzese. Perche’ e’ una collega piena di talento e soprattutto una grande anima, una delle poche persone vere, sincere e altruiste, una mosca bianca a mio avviso, in un settore come il nostro, pieno di squali.
Ultima domanda:un consiglio spassionato alle donne digitali?
Qualunque cosa accada non abbiate paura di andare la’ fuori e fare vedere chi siete.
Seguite le vostre passioni e rendetele la vostra ragione di vita.
I social sono uno strumento potente per dar luce al vostro talento, sfruttateli al meglio!
GRAZIE ELEONORA e…ci vediamo al DIGITAL INNOVATION DAYS !!
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